Ci scherziate o siate seri RUZZLE è una realtà ineccepibile.
Vedo
gente che ci gioca in metro, alla fermata del pullman, persino a mensa
mentre mangiano. E' una malattia virale. Un virus che si sta diffondendo
con rapidità. Epidemico.
Io ne sono affetto. Non che
voglia fare il tipo. In realtà il gioco è semplice quanto geniale. Data
una tavola con sedici lettere, sta a te trovare più parole che puoi in
due minuti di tempo. Uno pensa: ma che cazzata!
E invece è
divertente. Persino educativo, perchè più giochi più migliori. E' un
fatto di memoria, ma anche di interazione, perchè le combinazioni
possibili sono molte. Più di quante ti aspetteresti. E se ci giochi un
po' capisci che dipende da te scovare i percorsi di lettere
più strampalati che ci siano.
E quando inizi a riuscirci, ti diverti.
E
poi c'è l'aspetto sociale. Che è l'altra arma imprescindibile. Perchè
sono sicuro che se non ci fosse stata l'opzione "invita da facebook",
questo gioco non avrebbe avuto il successo che sta avendo.
E'
fondamentale: tu puoi giocare con persone che magari non vedi, ma con
cui ti piacerebbe condividere qualcosa. Una partita, niente di
impegnativo, una risata o una bestemmia, insomma un gioco: il principale
aggregante sociale dell'umanità.
E poi ci puoi chattare con queste persone. Niente di che, una chat leggera, appena due righe di testo.
Ma non è poco, vi assicuro.
I
nostri orizzonti sociali si allargano in quest'alba della rivoluzione
informazionale e la nostra generazione sperimenta nuove "relazioni
digitali". Ruzzle sta diventando un grande protagonista di questo
fenomeno.
E vi prego: non venite a dirmi che sono
rapporti inumani, freddi e inutili. Mi fa incazzare questo genere di
superficialità: sono nuove possibilità ed è il nostro momento di
esplorarle, viverle e persino migliorarle dove possiamo. Senza
pregiudizi.
E me ne frego se dovremo essere cacciati dall'Eden: io li mangio i frutti della rete.
D.
Nessun commento:
Posta un commento