martedì 5 febbraio 2013

Ruzzle Mania

Ci scherziate o siate seri RUZZLE è una realtà ineccepibile.

Vedo gente che ci gioca in metro, alla fermata del pullman, persino a mensa mentre mangiano. E' una malattia virale. Un virus che si sta diffondendo con rapidità. Epidemico.

Io ne sono affetto. Non che voglia fare il tipo. In realtà il gioco è semplice quanto geniale. Data una tavola con sedici lettere, sta a te trovare più parole che puoi in due minuti di tempo. Uno pensa: ma che cazzata!
E invece è divertente. Persino educativo, perchè più giochi più migliori. E' un fatto di memoria, ma anche di interazione, perchè le combinazioni possibili sono molte. Più di quante ti aspetteresti. E se ci giochi un po' capisci che dipende da te scovare i percorsi di lettere più strampalati che ci siano.
E quando inizi a riuscirci, ti diverti.

E poi c'è l'aspetto sociale. Che è l'altra arma imprescindibile. Perchè sono sicuro che se non ci fosse stata l'opzione "invita da facebook", questo gioco non avrebbe avuto il successo che sta avendo.

E' fondamentale: tu puoi giocare con persone che magari non vedi, ma con cui ti piacerebbe condividere qualcosa. Una partita, niente di impegnativo, una risata o una bestemmia, insomma un gioco: il principale aggregante sociale dell'umanità.

E poi ci puoi chattare con queste persone. Niente di che, una chat leggera, appena due righe di testo.
Ma non è poco, vi assicuro.

I nostri orizzonti sociali si allargano in quest'alba della rivoluzione informazionale e la nostra generazione sperimenta nuove "relazioni digitali". Ruzzle sta diventando un grande protagonista di questo fenomeno.

E vi prego: non venite a dirmi che sono rapporti inumani, freddi e inutili. Mi fa incazzare questo genere di superficialità: sono nuove possibilità ed è il nostro momento di esplorarle, viverle e persino migliorarle dove possiamo. Senza pregiudizi.

E me ne frego se dovremo essere cacciati dall'Eden: io li mangio i frutti della rete.

D. 

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